Volpiano (Italy)

Luglio 02, 2020

Industry 4.0 e il grande potenziale predittivo dei ‘Big Data’.

I nuovi cardini della rivoluzione industriale 4.0 e le attuali sfide del mercato: l’implementazione di processi di automazione e del ‘data management’ nella gestione in remoto sono un’efficace risposta in un momento di emergenza nella implementazione delle attività produttive. SPEA considera i fattori abilitanti di Industry 4.0 anche nell’ottica di nuove proposte tecnologiche e di business e in questo periodo dal grande potenziale in termini di innovazione e crescita, è più che mai attiva nello sviluppo di soluzioni che anticipano le esigenze dei clienti. Ne parliamo con Andrea Furnari, Sales & Business Development Director della divisione Prodotti Speciali.

 

Industry 4.0 è un insieme di funzionalità strategiche che, oltre all’automazione, sono ormai integrate nei processi produttivi. Andrea, quali le tue considerazioni?

Industry 4.0 e automazione viaggiano a braccetto. La maggior parte di aziende che si occupano di produzione e assemblaggi hanno ormai creato i loro reparti automatizzati a vari livelli. In sostanza, quello che una volta era il basso costo della manodopera, ora – per volumi importanti – è stato sostituito da macchine automatiche e COBOT, i robot collaborativi. Questo, che definirei un primo livello di automazione, consente di utilizzare un numero decisamente limitato di operatori sulla linea di produzione. Attualmente in SPEA abbiamo soluzioni su diverse tipologie di macchine. Da un lato i moduli di caricamento automatico di schede, ovvero loader e unloader, mentre dall’altro abbiamo un braccio robotizzato che preleva le schede, le porta al receiver e successivamente esegue la contattazione.

 

Come proporsi ed essere vicini al cliente, anticipandone le richieste, in un mercato mondiale che assumerà rapidamente nuovi contorni e modalità di interazione?

Quando si presenta un prodotto, se i tempi sono maturi, si ricevono richieste da parte dei clienti ed è fondamentale essere in grado di soddisfarle con rapidità; i clienti d’altra parte si rivolgono a SPEA anche perché la considerano un’azienda autorevole in grado di anticipare le loro esigenze. L’automazione, inizialmente perseguita per facilitare i processi e limitare la presenza di addetti a bordo macchina, rivela evidentemente ulteriori potenzialità. La questione infatti non riguarda più soltanto una facilitazione dei processi, ma assume i contorni di un vero e proprio cambio di paradigma.
Prendiamo ad esempio un altro fattore molto importante rispetto a Industry 4.0, ovvero la gestione di grandi quantitativi di dati. A una prima valutazione ci viene subito in mente la possibilità che abbiamo di poter lavorare in modalità ‘smart’ e di accedere quindi agli archivi on line. Funzionalità utilissima per la gestione del nostro lavoro in un momento di crisi come quello attuale, ma consideriamo questo concetto nella sua potenzialità tecnologica e di business.

 

Qualche esempio?

Un nostro cliente leader indiscusso nel mercato dei semiconduttori, nel selezionare una nuova piattaforma di test – oltre 100 macchine interconnesse – per il futuro ci ha richiesto una soluzione di automazione globale per la gestione in remoto.
Da qui è stato progettato un nuovo prodotto ‘Modular Test Cell’ che è attualmente in fase avanzata di sviluppo e di cui abbiamo già un primo prototipo in SPEA. Ci permette di fare tutti i caricamenti di dispositivi offline totalmente in automatico, l’esecuzione, il debug e la programmazione delle macchine da remoto. Abbiamo già installato un Sistema Operativo specifico che abbiamo realizzato per collezionare grandi quantitativi di dati e l’abbiamo installato presso lo stabilimento del cliente dove viene utilizzato da circa 7 – 8 mesi.
Stiamo raccogliendo tutte queste informazioni fornite, per trovare nuove funzionalità da proporre ai clienti. La raccolta dei big data che arrivano direttamente da parco macchine va visto nell’ottica della manutenzione predittiva.

 

Quali i vantaggi più significativi?

Per una risposta taylor made e interventi tempestivi in casi di criticità abbiamo progettato una serie di sensori che vanno montati all’interno delle macchine per monitorare eventuali anomalie rispetto al comportamento standard. Il vantaggio più evidente sarà quello di poter intercettare usura o rottura di componenti e programmare interventi di manutenzione predittiva intervenendo in anticipo, onde evitare costosi fermi macchina. Il sistema operativo Archimede che abbiamo messo a punto è concepito per la rilevazione di deviazioni rispetto ai comportamenti normali di una macchina, delle sue operazioni, dei suoi componenti interni, nonché degli oggetti collaudati, misurati e manipolati.

 

Gli imprevisti cambiamenti di scenario cui stiamo assistendo ci portano fuori dalle nostre zone di comfort, stimolando nuove riflessioni e azioni di ricerca. Quali le sfide maggiori?

Credo che sarà importante valorizzare l’insieme dei fattori abilitanti della quarta rivoluzione Industriale a favore di una crescita davvero stabile che deleghi mansioni di minore entità a processi automatizzati e aggiunga valore al contributo umano, potenziandolo al massimo. In SPEA l’apporto della competenza umana è sempre al primo posto. È pur sempre la persona che con la sua intelligenza sa creare nuovi scenari di business e proporre innovative soluzioni tecnologiche.

Alessandra Chiappero

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